Clubhouse banna chi non rispetta la privacy
Clubhouse è l’app del momento, conta un numero elevato di iscrizioni in tutto il mondo che cresce di giorno in giorno: sono più di 2 milioni gli utenti attivi al mese 5 milioni circa i download nel mondo.
In Clubhouse si possono esprimere opinioni e fare networking: il tutto con il fascino, la bellezza e il potere della voce, senza video, senza la necessità di esibire foto o scrivere post, come avviene sugli altri social. È una radio social.
E’ necessario focalizzare l’attenzione su come Clubhouse gestisce la privacy degli utenti, se e come l’app rispetta il GDPR e i rischi legati al trattamento e alla registrazione delle voci degli iscritti.
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Il Garante fa richiesta formale alla App per conoscere come protegge le informazioni degli iscritti
Il Garante privacy ha inviato una lettera ai gestori del social per capire meglio alcuni aspetti NON chiari sulla protezione dei dati degli utenti, ad esempio la gestione della rubrica degli iscritti e la registrazione delle conversazioni.
L’app più chiacchierata del momento, basata su un sistema di stanze dove si chiacchiera in tempo reale attraverso messaggi audio, è atterrata in Europa senza una politica della privacy adeguata alla regole comunitarie. Così, secondo quanto appreso da Wired, il Garante italiano ha spedito una richiesta formale per accertarsi che siano rispettati i diritti dei cittadini europei, come prescrive il Gdpr.
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Al momento rimangono più ombre che luci sul trattamento dei dati del servizio, le cui regole sembrano carenti rispetto alle norme europee. Mancano molti punti fissi che il Gdpr impone, a cominciare dallo stesso riferimento a quel quadro regolatorio e le spiegazioni previste dall’articolo 13. Clubhouse cita solo le leggi della California, che pur essendo ispirate al regolamento europeo, non sono certo la stessa cosa. E non si fa menzione del responsabile per la protezione dei dati, la figura a cui è affidata la gestione di questa delicata partita.
Le principali problematiche
- Uno dei pilastri di Clubhouse è l’accesso alla rubrica dei contatti. La app funziona su invito, per poter invitare il link di accesso, l’utente deve aprire a Clubhouse la propria rubrica.
- Il secondo problema è rappresentato dalle conseguenze di quella ragnatela di rapporti messi in bella vista. È pubblico il nome di chi ha garantito per il nuovo iscritto e non è possibile nasconderlo.
- Terzo nodo: il trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti. Pratica ammessa dalla stessa piattaforma. Tuttavia gli accordi per l’interscambio di informazioni tra le due sponde dell’Atlantico, il cosiddetto Privacy Shield, che metteva in discussione la protezione dei dati personali degli europei trasferiti in server statunitensi.
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La sicurezza informatica delle chat vocali di Clubhouse è ancora sotto osservazione. Nel fine settimana un utente, di cui non è stata rivelata l’identità, è riuscito a trasmettere in streaming i file audio provenienti da alcune stanze del social network aggirando così la crittografia che dovrebbe proteggere le conversazioni.
La società ha immediatamente bandito in maniera permanente l’utente. Per estrarre gli audio, quest’ultimo avrebbe creato uno strumento di fortuna ricorrendo al toolkit utilizzato per creare l’applicazione di Clubhouse. Proprio questa scelta, tuttavia, avrebbe smascherato la sua identità, consentendo alla piattaforma di bloccare la violazione.
Fonte: La piattaforma ha bandito l’iscritto che è riuscito a trafugare le conversazioni ma non ha spiegato come intende rafforzare le sue misure di sicurezza, di Gabriele Porro;Clubhouse, caccia agli inviti: ecco dove trovarli, di The Wam