Deepfake e Intelligenza Artificiale: tra furto d’identità e danno all’immagine
Deepfake: cos’è?
Per Deepfake si intende un insieme di contenuti multimediali (immagini, video e audio) creati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e utilizzati per manipolare il viso di un soggetto e di imitarne verosimilmente i movimenti del volto e del corpo, allo scopo di ricreare dei falsi digitali che lo ritraggono.
Questo fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi decenni, specialmente con la presenza delle App che permettono di modificare la morfologia del volto, diffuse e in voga soprattutto tra i più giovani.
A primo impatto potrebbe sembrare divertente o comunque un gioco perché i software che sfruttano questa tecnologia sono simili a quelli delle applicazioni utilizzate per invecchiare e ringiovanire le persone, oppure cambiarne il sesso. Desideri saperne di più con un Corso di Formazione dedicato? Contattaci senza impegno!
In realtà è possibile:
- ricreare contenuti non veritieri che coinvolgono direttamente il soggetto, emulandone anche i movimenti ed il tono della voce.
Anche se in modo più “camuffato” si tratta di un vero e proprio furto d’identità ai danni della privacy e della reputazione.
Perché ciò accade?
Molto spesso, anche inconsciamente, quando navighiamo sui social o scarichiamo queste App, possiamo aver involontariamente dato il consenso all’utilizzo della nostra immagine. Questo “patrimonio informatico” lo concediamo quasi sempre quando scattiamo una foto o la modifichiamo con questi software e, di conseguenza, la nostra immagine diventa di proprietà del titolare del trattamento. PrivacyControl, grazie ai suoi Consulenti certificati, effettua sempre dei Corsi di formazione cosi da evitare la commissione di errori!
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I rischi
I principali rischi legati a questi programmi sono molteplici e riguardano in particolare la diffusione dei dati. E’ risaputo che il web può essere un baratro da cui è difficile uscire, specialmente quando le informazioni diventano accessibili praticamente a chiunque operi all’interno della rete, ed è proprio per questo motivo che Il Garante Privacy ha affermato:
- con l’utilizzo di questi falsi digitali, si potrebbero creare dei gravi danni alla dignità e alla reputazione.
In particolare:
- I soggetti vittime di deepfake potrebbero apparire in luoghi che non hanno mai frequentato, oppure in situazioni e contesti particolarmente compromettenti per l’immagine;
- Le tecnologie utilizzate per creare questi falsi sono talmente sofisticate da far sembrare i contenuti estremamente realistici.
I deepfake potrebbero essere utilizzati per veicolare messaggi che in realtà non appartengono alla persona raffigurata. Nel caso in oggetto, si sottolinea come la tecnologia utilizzata possa creare particolari danni quando si tratta di esponenti di particolare rilievo o popolarità; si veda, ad esempio, la diffusione di fake news o il rischio di instillare ideologie tali da influenzare l’opinione pubblica (è il caso dei leader politici).
In conclusione, non si potrebbe più gestire il controllo neanche sulle proprie idee.
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Cybercrimini – le conseguenze del deepfake:
Inizialmente le vittime di questi fenomeni erano indubbiamente le persone di spicco:
- opinion leader, politici, vip e altri personaggi famosi.
Infatti, oltre che a violare la privacy, i deepfake nascono per creare dei veri e propri danni alla reputazione; la persona coinvolta viene screditata e denigrata e molto spesso i “predatori” del web trovano terreno fertile in queste situazioni per chiedere un riscatto.
Negli ultimi tempi questa sorte sta toccando molto anche le persone “comuni” e, purtroppo, neanche i più giovani fanno eccezione.
Tra i casi più gravi dei falsi digitali rientrano indubbiamente:
- Sexting: lo scambio e la diffusione di immagini di nudo;
- Revenge porn: il ricatto (o la vendetta) che segue la condivisione di contenuti a sfondo sessuale online;
- Cyberbullismo: aggressioni, violenze o molestie perpetue ai danni di una vittima che non può difendersi e che si “serve” delle reti telematiche per poter agire;
- Pornografia e pedopornografia.
Inoltre, i deepfake sono utilizzati per compiere altri tipi di azioni illegali che riguardano per lo più la parte telematica, come ad esempio utilizzando la tecnica del “phishing” o dello “spoofing”.
Grazie all’intelligenza artificiale, questi software hanno a loro disposizione un vero e proprio patrimonio biometrico e riescono ad emulare il tono della voce, cosi come la mimica facciale in modo talmente realistico da non sembrare un falso. In particolare, sono molto comuni i casi in cui riescono facilmente a bypassare i sistemi di sicurezza o ad ingannare le persone per avere accesso alle informazioni necessarie.
Come tutelarsi?
L’Autorità Garante per la protezione dei Dati personali sottolinea che, per scongiurare queste situazioni, bisogna innanzitutto agire preventivamente e fare attenzione all’utilizzo delle foto e dei video che ci riguardano in prima persona, ma soprattutto è buona cosa NON condividere i contenuti:
- Strettamente personali e che possano coinvolgere anche altri soggetti (come la famiglia);
- Se si ha il sospetto che si possa trattare di falsi digitali (in modo da circoscrivere il fenomeno ed evitare la viralizzazione) e segnalarlo al titolare del trattamento che “ospita” il falso.
Nel caso in cui il deepfake abbia comportato una violazione della privacy o un reato è necessario rivolgersi alle autorità competenti (come la Polizia Postale) o al Garante per la protezione dei Dati.