Diritto all’oblio e cyberbullismo: il diritto ad essere “dimenticati”
Le origini
Con il termine “diritto all’oblio” si intende il diritto ad “essere cancellati”. In un’accezione più ampia rappresenta il giusto interesse di una persona ad essere dimenticata; nello specifico, si fa riferimento al diritto legato alla tutela della privacy, ovvero alla:
- deindicizzazione e cancellazione dei dati personali che riguardano la persona interessata dal web, in modo da non vedere lesa l’integrità della propria immagine, in particolar modo quella legata all’onore e all’identità personale.
In precedenza, il ricorso a questo diritto era circoscritto nell’ambito dei media tradizionali soprattutto con le notizie diffuse a mezzo stampa; infatti:
- il diritto all’oblio si contrapponeva molto al diritto di cronaca, ovvero alla possibilità che una notizia potesse essere legittimamente divulgata.
Il suo esercizio era già noto ai fini legali, ma è stato particolarmente accentuato con l’avvento dei nuovi sistemi dell’informazione e della comunicazione, principalmente con la presenza dei Social Network e con la velocità con cui le notizie vengono diffuse all’interno della Rete.
Usi e abusi della Rete
Le nuove tecnologie hanno apportato un mutamento significativo all’interno della società umana. Il loro progredire è entrato a far parte della nostra quotidianità, portando con loro benefici, ma anche pericoli.
Usi impropri e distorti di questi strumenti potrebbero creare dei danni permanenti, questo perché, oggigiorno, le notizie che circolano diventano automaticamente di dominio pubblico e difficilmente riescono ad uscire dal baratro del web.
Sono infatti mezzi che godono della:
- Tempestività: perché le informazioni sono rese immediatamente disponibili
- Virilità: rivolgono ad un pubblico potenzialmente illimitato di utenti
- Reiterata esposizione dei contenuti
- Condivisione delle informazioni
Protagonisti di questi avvenimenti sono soprattutto i più giovani, esposti anche troppo precocemente all’utilizzo delle nuove tecnologie, in particolar modo con il diffondersi del fenomeno del cyberbullismo.
Accanto a questi potenti strumenti si nascondono dei rischi legati all’identità digitale e personale.
La natura di questi pericoli va innanzitutto ricercata nella perdita di confine che separa la sfera pubblica da quella privata, in quanto è difficile gestire il flusso delle informazioni che riguardano la propria persona.
Cyberbullismo: cos’è e come tutelarsi
Quando si parla di minori vi è una maggior tutela rispetto agli adulti perché si sta parlando di soggetti vulnerabili, soprattutto per i casi di cyberbullismo.
Il cyberbullismo è un fenomeno che viene identificato come un insieme di aggressioni, violenze o molestie perpetue ai danni di una vittima che non può difendersi e che si “serve” delle reti telematiche per poter agire. Proprio per questa ragione, non conosce condizioni di spazio o tempo.
Così come per gli adulti, i minori che sono vittime di cyberbullismo e che abbiano compiuto almeno 14 anni possono legittimamente richiedere al titolare del trattamento dei dati la rimozione e il blocco dei contenuti dannosi.
La procedura di cancellazione dati è la stessa degli adulti nei casi indicati dall’art. 17 del GDPR.
Cosa prevede la legge italiana?
Il Parlamento ha approvato la legge del 29 maggio 2017, n.71 (entrata in vigore dal 18/06/17) a tutela dei minori con l’obiettivo di contrastare il cyberbullismo in tutte le sue forme e manifestazioni.
Il quadro normativo si compone di una serie di provvedimenti che prevedono (tra le diverse disposizioni) l’oscuramento del contenuto nel web. Qualora la vittima abbia compiuto almeno 14 anni, i genitori (o coloro che detengono la potestà genitoriale sul minore) o il minore stesso possono inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito o del social network, qualsiasi istanza che blocchi o rimuova ogni contenuto pubblicato e diffuso nella rete.
Conclusione
La ricerca di una normativa a cui appellarsi è indispensabile per tutelare la protezione dei dati. Questa esigenza ha quindi prodotto varie politiche di intervento facendo particolare attenzione anche alle fasce più deboli di età, soprattutto di fronte ad un uso spropositato ed improprio che viene fatto degli strumenti digitali.
Va ricordato che il diritto all’oblio nasce non tanto per cancellare ciò che è stato, ma per tutelare il presente, in particolare l’integrità della propria immagine e di fare in modo che si abbia una corretta rappresentazione della propria figura.