Green Pass in vigore dalla seconda metà di maggio
“Il pass verde nazionale in vigore dalla seconda metà di maggio, quello europeo pienamente operativo da metà agosto. Ora il governo consulti il Garante per introdurre il certificato verde a prova di privacy”. Le parole del Premier.
L’Unione Europea ha deciso di accelerare la procedura per l’adozione del certificato che permetterà di tornare a viaggiare con maggior facilità. Non si chiamerà più Digital Green Pass ma “Eu Covid-19 certificate”.
Il Parlamento ha dato il suo via libera all’introduzione del certificato che semplificherà le modalità di viaggio all’interno dell’Unione, con l’obiettivo dichiarato di incentivare, se non salvare la ripresa dei flussi turisti tra i 27 stati membri per l’imminente stagione estiva.
La nota ufficiale del Parlamento spiega che il certificato dovrebbe essere in vigore per un massimo di 12 mesi. Il documento, che dovrebbe essere disponibile in formato digitale o cartaceo, attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o, in alternativa, se ha effettuato un recente test con risultato negativo o se è guarita dall’infezione.
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I titolari di un certificato Covid-19 Ue non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l’autoisolamento o i test.
Al fine di evitare discriminazioni contro coloro che non sono vaccinati o non posso permettersi economicamente il test, i paesi Ue dovrebbero “garantire test universali, accessibili, tempestivi e gratuiti”.
Quanto alla gratuità dei test è questo un ambito di competenza nazionale, Ana Paula Zacarias, segretaria di Stato portoghese per gli Affari Europei (Lisbona ha la presidenza di turno dell’Ue) ha fatto presente che il Consiglio e gli Stati membri sono consapevoli dell’importanza di ridurre o eliminare i costi a carico dei cittadini e di facilitare le operazioni di testing.
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Il certificato, secondo il Parlamento, non sarà un documento di viaggio e dovrà essere compatibile con altre iniziative nazionali.
Il pass sarà certificato con firma elettronica, per evitare frodi e falsificazioni; i dati personali non potranno essere conservati nel Paese di destinazione, né ci sarà un database centralizzato Ue.
Resta lasciata alla discrezionalità dei singoli Stati la scelta se ritenere validi anche i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati europei per i vaccini che l’OMS definisce adatti all’uso di emergenza. Tra le norme condivise c’à anche la volontà di effettuare controlli continui per evitare frodi e falsificazioni e verificare l’autenticità dei sigilli elettronici inclusi nel documento.
Al momento ci troviamo in un limbo in cui il Governo non ha ancora dato una risposta alle perplessità del Garante – certamente non è stata una settimana priva di impegni per Draghi, complice la necessità di approvare e inviare a Bruxelles il Recovery Plan. In una recente intervista a La Stampa, Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, ha ribadito che la norma del Governo non è chiara e non tutela la privacy degli utenti, mentre in una dei giorni scorsi rilasciata al Il Mattino ha prospettato la (verosimile) ipotesi che le carenza del testo normativo saranno corrette in sede di conversione del decreto.
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I dubbi del Garante
Il presidente del Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione ha elencato i profili di incertezza del green pass così come pensato dal Governo.
Occorre ridurre i dati che servono per ottenere il green pass. Prosegue affermando che è indispensabile “espungere dalla previsione relativa al contenuto dei certificati ogni dato ultroneo rispetto alle finalità di verifica della condizione del soggetto, non ostativa alla libera circolazione”. Quindi “a questi fini, le sole informazioni necessarie appaiono essere i dati identificativi, il numero univoco della certificazione e il suo termine di validità”.
Di troppo quindi non solo l’indicazione del numero di dosi di vaccino somministrate al soggetto, ma “anche la previsione di modelli di certificazioni verdi diversi a seconda della condizione (vaccinazione, guarigione, test negativo) in virtù della quale esse sono rilasciate”. “La verifica della validità della certificazione necessita, infatti – fa notare il Garante – della sola indicazione della sua estensione temporale”.
Fonti: Green pass nazionale, come funziona e perché il Garante dice no– Digital Green Certificate: tutto quello che c’è da sapere-Certificato EU Covid-19: il “green pass” europeo è stato approvato. Cosa sappiamo (di certo) al momento