Ultimi aggiornamenti sul Green Pass
Il Green Pass è l’argomento degli ultimi giorni, non si parla di altro: dalle decisioni prese dal Governo alle certificazioni verdi false, vendute online.
Non a caso, sono aumentate le prenotazioni per i vaccini, per ottenere l’agognata carta verde, poiché dal 6 agosto sarà richiesto in tutti i locali al chiuso.
Noi di Privacy Control avevamo già parlato del Green Pass in questo articolo: facciamo il punto della situazione, scoprendo gli ultimi aggiornamenti relativi a questo documento europeo.
Il QR Code del Green Pass: la minaccia dei social
Dalla seconda metà di maggio, quando le prime certificazioni verdi sono state rilasciate, molte persone hanno iniziato a postare i loro codice QR sui vari social.
La maggior parte degli utenti che condividevano sui social questo documento, non si rendeva conto del grosso rischio che correva: questo codice contiene tutti i nostri dati personali.
Nello specifico, le informazioni estrapolate dicono chi siamo e sulla nostra condizione sanitaria. I dati che si possono ricavare dal QR Code sono:
● nome e cognome
● quando siamo stati vaccinati e le quantità di dosi fatte
● se e quando abbiamo avuto il Covid
● se e quando abbiamo fatto un tampone e i loro esiti
In questo caso specifico, il Garante della Privacy ha caldamente consigliato di esibire il proprio Green Pass solo a chi di dovere ed autorizzato dalla legge, come le forze dell’ordine.
Per di più, ribadiamo il rischio di condividere in modo imprudente il proprio codice QR perché:
● le tracce dei nostri dati personali, possono essere riutilizzati da malintenzionati
● i nostri dati sono disponibili a chiunque, come il nostro stato di salute
● truffe mirate o profilazione commerciale
● i QR Code possono essere inseriti in un database vendibile e disponibile per usi malevoli, come la creazione di Green Pass falsi.
Per quanto riguarda l’ultimo punto, bisogna avere qualche accortezza in più, considerato che c’è stato uno scoppio di certificazioni verdi fasulle e truffe collegate a questo documento.
Se hai dei dubbi per quanto riguardo la violazione dei tuoi dati personali o sul il loro trattamento, contatta i nostri professionisti del settore cybersecurity e privacy.
Nella prossima sezione parleremo di questo argomento e delle conseguenze che hanno portato e porteranno.
Scopri i nostri servizi in materia di GDPR e Privacy
Truffe e Green Pass falsi, cosa devi sapere
In seguito alle decisioni del Governo, non solo sono aumentate le prenotazioni dei vaccini, pure la proliferazione e la circolazione di Green Pass fasuli si sono moltiplicati.
Nelle ultime settimane sono incrementati i casi di truffa, violazione della privacy e le certificazioni verdi false in maniera vertiginosa.
La maggior parte avvengono tramite le app di messaggistica come Whatsapp e Telegram: analizziamo caso per caso.
Se pensi di essere stato vittima di truffe informatiche, contatta i nostri consulenti esperti in cybersecurity.
Il caso di Whatsapp: Green Pass e truffe
In questi giorni, su Whatsapp sta girando un messaggio di truffa, nel quale si invita l’utente a scaricare il Green Pass tramite un link inviato in chat.
Se si clicca sul link, si apre una pagina fintamente istituzionale: l’utilizzo pure dei loghi ufficiali, convince la vittima a rilasciare i propri dati personali e le proprie credenziali bancarie.
In questo modo, il malintenzionato avrà libero accesso alle nostre carte bancarie, prosciugando del tutto il nostro conto oppure, potrà utilizzare i nostri dati personali per usi malevoli.
La Polizia Postale ha allertato gli utenti in riferimento a questa tipologia di truffe: raccomandando la massima prudenza e di affidarsi solo ed esclusivamente ai canali ufficiali del Governo.
In aggiunta, la trasmissione del Green Pass avviene solo ed esclusivamente tramite SMS o tramite email con tutti i dettagli di come scaricare il certificato, senza inserire dati personali o bancari.
Il caso di Telegram: Green Pass falsi
Dopo i provvedimenti presi dal Governo, su Telegram sono stati aperti dei canali dove si vedono i Green Pass falsi: prezzi si aggirano tra 100 i 200 euro a seconda del formato, elettronico o cartaceo.
Nel momento in cui si chiede la certificazione verde, per avviare la procedura, vengono domandati dei documenti come il codice fiscale e la carta d’identità.
Il metodo di pagamento sono i vari, tutti non tracciabili, come i bitcoin: il versamento viene richiesto prima del rilascio della certificazione.
Nella maggior parte dei casi, questi canali o siti sono truffe, create apposta per avere il denaro.
Per quanto queste certificazioni verdi false vengano rilasciate, vogliamo ricordare che è un reato punibile con pene molto severe, facendo riferimento alle sanzioni previste dal decreto Covid.
Fin da subito, uno dei problemi principali è stato che molti Green Pass fasuli, passavano i controlli senza problemi.
Difatti, il Governo ha preso delle misure per contrastare la proliferazione delle certificazioni verdi fasulle.
Scopri i nostri servizi in materia di GDPR e Privacy
Green Pass e le misure del Governo
Il Governo ha preso delle contromisure restrittive per ostacolare la diffusione dei Green Pass falsi: il Ministero della Salute ha rilasciato un’app che verifica la sua autenticità.
L’app permette alle forze dell’ordine e ai gestori dei locali di scannerizzare il QR Code della certificazione, quindi di controllare la validità del Green Pass.
Nel caso in cui tu avessi dei dubbi sulla protezione dei dati personali, l’app non memorizza i dati personali della persona sui dispositivi. Più precisamente, l’app estrae solo le informazioni dal codice QR e procedere con la verifica del sigillo elettronico.
I dati che vengono mostrati sono:
● Nome e cognome
● Data di nascita
Inoltre, verrà richiesta la carta di identità per provare la corrispondenza tra persona fisica e i dati del Green Pass.
Se hai dei dubbi sul trattamento dei dati, affidati ai nostri esperti in privacy e GDPR.