Smart glasses Facebook: il Garante per la Privacy indaga
Il Garante per la Privacy ha chiesto delucidazioni riguardo gli smart glasses lanciati da Facebook in collaborazione con Luxottica.
Approfondiamo la questione in questo articolo.
Privacy: smart glasses la mettono a rischio?
Già in passato, gli smart glasses erano stati lanciati da grandi brand come Google, dopo è stato il turno di Snapchat con i suoi smart glasses, entrambi fallendo.
Le grandi aziende del tech hanno sempre avuto il desiderio di racchiudere più funzioni in un device: scattare foto, registrare video, pubblicarli sui social e rispondere alle telefonate. Uno strumento costantemente connesso con i nostri smartphone, leggero, in grado di farci vedere qualcosa che vada oltre la vista.
Facebook e Luxottica insieme hanno voluto provarci, creando la loro versione di smart glass, che ha suscitato non pochi dubbi, nello specifico a livello di privacy.
Di fatto tramite l’Autorità Garante irlandese, il Garante per la Privacy ha chiesto ulteriori informazioni sugli smart glasses dotati della funzionalità “Facebook View”.
L’Autorità italiana per la protezione dei dati ha sollecitato Facebook, affinché risponda ad una serie di quesiti prima della commercializzazione degli occhiali sul mercato italiano.
Il Garante italiano intende acquisire una serie di risposte con lo scopo di effettuare una valutazione del dispositivo in rispetto delle norme sulla privacy.
In particolare, è stato chiesto di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali come:
- le misure messe in atto per tutelare le persone occasionalmente riprese, nello specifico i minori;
- le eventuali tecniche adottate per anonimizzare i dati raccolti;
- la funzione dell’assistente vocale collegato agli occhiali.
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Smart Glasses: Garante Privacy incontra Facebook e Luxottica
Nei giorni scorsi, le due aziende hanno dato la loro disponibilità ad avviare iniziative di informazione e sensibilizzazione per un uso responsabile degli smart glasses, in collaborazione con l’Autorità.
Si sono svolti due incontri tra il Garante della Privacy e i rappresentanti di Facebook e Luxottica. Lo scopo degli incontri è stato quello di avviare un confronto in riferimento alle domande poste dall’Autorità a Facebook riguardanti:
- le implicazioni per la riservatezza delle persone legate all’utilizzo degli smart glasses Ray-Ban Stories recentemente introdotti sul mercato;
- la funzionalità “Facebook View” che permette la registrazione audio e video.
Nel corso degli incontri, le due società si sono dichiarate disponibili a cooperare con l’Autorità, per adottare iniziative di informazione e sensibilizzazione con l’obiettivo di responsabilizzare tutti i cittadini riguardo agli smart glasses.
Nel frattempo, l’Autorità si riserva di esaminare l’efficacia delle proposte che presenteranno le due società.
Ciononostante, Facebook ha comunicato di avere già inviato le risposte alle domande poste dal Garante, all’Autorità Garante irlandese (DPC), per essere valutate.
Guido Scorza, membro del collegio del Garante per la protezione dei dati personali, spiega che questo strumento molto smart, è utile per la vita di tutti i giorni, sia a livello professionale e sia a livello di intrattenimento: ma il rischio di essere invasivi per quanto riguarda la privacy, è molto alto.
Gli smart glasses presentano un grosso problema di privacy, poiché nel momento in cui scattano una foto e possono essere pubblicate sui social. Di conseguenza, si stanno condividendo i dati personali dei soggetti che finiscono nell’immagine.
L’utilizzo superficiale che si potrebbe fare di questo strumento mette a rischio non solo le persone intorno a noi e in modo particolare, i minorenni.
In questo momento, gli smart glasses di Facebook e Luxottica sono in fase di valutazione da parte delle Autorità competenti in materia di Privacy.
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